Le risorse genetiche vegetali (Plant Genetic Resources, PGR), costituite da unità funzionali dell'eredità, i geni, sono considerate "materiale d'origine vegetale con un valore effettivo o potenziale per l'alimentazione e l'agricoltura" (Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura). Gli studi sulle PGR, riconducibili alle origini delle attività di ricerca sulla conservazione e valorizzazione, si può dire che nascono con l'agricoltura e con i primi fabbisogni alimentari dell'uomo. Nel corso dei secoli, l'esigenza di avere raccolti sempre più elevati, ha comportato l'ottenimento di varietà altamente produttive e il decremento del numero di specie botaniche impiegate a fini alimentari. Oggi, quattro delle cento specie coltivate provvedono da sole al soddisfacimento della metà del fabbisogno calorico mondiale fornito dai vegetali che è pari al 90% di quello totale. La drastica diminuzione del numero di specie, denunciata da vari scienziati e le epidemie che decimano i raccolti, pongono sempre più l'accento sulla diminuzione della diversità genetica accelerando i processi di conservazione. Nascono le banche (gene banks) per la conservazione ex situ delle risorse genetiche, che attualmente consentono il mantenimento di più di sette milioni di accessioni (materiale vegetale) in tutto il mondo. L'attenzione per la tutela dell'ambiente e la conseguente nascita delle aree naturali protette, infine aprono la strada verso nuove forme di conservazione in situ. Lo sviluppo dei metodi di conservazione ex-situ ed in situ, la costituzione delle cosiddette "core collection", l'impiego di marcatori biochimici e molecolari associati a caratteri morfologici e qualitativi, l'impiego di nuovi sistemi di informazione geografica (GIS), specificamente applicati alla conservazione delle risorse genetiche, comunque garantiscono soluzioni alternative al problema della salvaguardia soprattutto nelle regioni più povere del mondo. E' importante notare che, pur considerando la conservazione delle PGR scienza descrittiva, solo un terzo di tutte le accessioni dei "gene bank" sono state caratterizzate. La caratterizzazione è una fase essenziale del processo di conservazione, promuove l'impiego delle risorse genetiche ed evidenzia l'identità del materiale da conservare. Essa consente l'identificazione delle basi genetiche di alcuni caratteri agronomici e qualitativi rilevanti da un punto di vista economico nonchè le cause evolutive ed ecologiche che hanno portato alla scomparsa di alcuni di essi agevolando i programmi di conservazione. In Triticum la caratterizzazione biochimica e molecolare delle proteine della cariosside, sviluppata nell'arco di un secolo, ha consentito di identificare genotipi, varietà, progenitori selvatici, impiegati dai "breeders" in programmi di miglioramento genetico ed ha parallelamente agevolato la conservazione di collezioni, altrimenti non considerate, presso i "gene banks" pubblici o strutture private (Ditte Sementiere). Lo studio della variabilità genetica delle proteine della cariosside di specie e sottospecie coltivate, appartenenti a questo genere può agevolare anche piani di conservazione in ambito naturalistico. Questa attività di ricerca, svolta presso il nostro Istituto ed in altri "gene banks" nel mondo, è un esempio di come sia possibile coniugare varie discipline e competenze per valorizzare al massimo il germoplasma e preservarlo per il futuro.
Conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche vegetali di interesse alimentare.
Margiotta B;Colaprico G;Urbano M;Tomaselli V
2008
Abstract
Le risorse genetiche vegetali (Plant Genetic Resources, PGR), costituite da unità funzionali dell'eredità, i geni, sono considerate "materiale d'origine vegetale con un valore effettivo o potenziale per l'alimentazione e l'agricoltura" (Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura). Gli studi sulle PGR, riconducibili alle origini delle attività di ricerca sulla conservazione e valorizzazione, si può dire che nascono con l'agricoltura e con i primi fabbisogni alimentari dell'uomo. Nel corso dei secoli, l'esigenza di avere raccolti sempre più elevati, ha comportato l'ottenimento di varietà altamente produttive e il decremento del numero di specie botaniche impiegate a fini alimentari. Oggi, quattro delle cento specie coltivate provvedono da sole al soddisfacimento della metà del fabbisogno calorico mondiale fornito dai vegetali che è pari al 90% di quello totale. La drastica diminuzione del numero di specie, denunciata da vari scienziati e le epidemie che decimano i raccolti, pongono sempre più l'accento sulla diminuzione della diversità genetica accelerando i processi di conservazione. Nascono le banche (gene banks) per la conservazione ex situ delle risorse genetiche, che attualmente consentono il mantenimento di più di sette milioni di accessioni (materiale vegetale) in tutto il mondo. L'attenzione per la tutela dell'ambiente e la conseguente nascita delle aree naturali protette, infine aprono la strada verso nuove forme di conservazione in situ. Lo sviluppo dei metodi di conservazione ex-situ ed in situ, la costituzione delle cosiddette "core collection", l'impiego di marcatori biochimici e molecolari associati a caratteri morfologici e qualitativi, l'impiego di nuovi sistemi di informazione geografica (GIS), specificamente applicati alla conservazione delle risorse genetiche, comunque garantiscono soluzioni alternative al problema della salvaguardia soprattutto nelle regioni più povere del mondo. E' importante notare che, pur considerando la conservazione delle PGR scienza descrittiva, solo un terzo di tutte le accessioni dei "gene bank" sono state caratterizzate. La caratterizzazione è una fase essenziale del processo di conservazione, promuove l'impiego delle risorse genetiche ed evidenzia l'identità del materiale da conservare. Essa consente l'identificazione delle basi genetiche di alcuni caratteri agronomici e qualitativi rilevanti da un punto di vista economico nonchè le cause evolutive ed ecologiche che hanno portato alla scomparsa di alcuni di essi agevolando i programmi di conservazione. In Triticum la caratterizzazione biochimica e molecolare delle proteine della cariosside, sviluppata nell'arco di un secolo, ha consentito di identificare genotipi, varietà, progenitori selvatici, impiegati dai "breeders" in programmi di miglioramento genetico ed ha parallelamente agevolato la conservazione di collezioni, altrimenti non considerate, presso i "gene banks" pubblici o strutture private (Ditte Sementiere). Lo studio della variabilità genetica delle proteine della cariosside di specie e sottospecie coltivate, appartenenti a questo genere può agevolare anche piani di conservazione in ambito naturalistico. Questa attività di ricerca, svolta presso il nostro Istituto ed in altri "gene banks" nel mondo, è un esempio di come sia possibile coniugare varie discipline e competenze per valorizzare al massimo il germoplasma e preservarlo per il futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


