Un approccio integrato per lo studio ed il monitoraggio di specie e comunità vegetali caratteristiche di un determinato habitat agevola l'elaborazione di nuove strategie per la valorizzazione e la tutela di un territorio. Raggiungere tali obiettivi è possibile, sebbene la scelta degli strumenti d'indagine sia difficile ed allo stesso tempo determinante per la conservazione di alcune specie vegetali spontanee poco conosciute, a volte neglette, ma pur sempre parte di un patrimonio genetico prezioso. L'antica conoscenza popolare a volte ha agevolato la scoperta di tali patrimoni, svelandone l'impiego per usi alimentari, rituali, manifatturieri ed infine anche terapeutici. L'individuazione di peculiarità caratterizzanti di tali entità vegetali diviene tanto più difficile quanto più esse appartengono a famiglie di specie ampiamente sfruttate dall'uomo per scopi alimentari e/o quanto più il territorio nel quale si sviluppano le fitocenosi di appartenenza si colloca ai margini di aree caratterizzate da situazioni ambientali estreme. Fra tali famiglie ricordiamo le Poaceae, a cui appartiene il genere Elymus, costituito da circa 200 specie di piante perenni e cespitose, allopoliploidi, distribuite prevalentemente in Nord-America ed Asia ma rilevate anche in Sud-America, Australia ed infine in Europa, dove la loro presenza è stata segnalata in più Nazioni compresa l'Italia. In Puglia, in particolare, sono state segnalate: Elymus athericus (Link) Kerguèlen (= Agropyron pungens (Pers.) R. et S.), Elymus caninus (L.) L. ssp. caninus (= Agropyron caninum (L.) Beauv.), Elymus elongatus (Host) Runemark ssp. elongatus (= Agropyron elongatum (Host) P. Beauv.), Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis ssp. farctus (= Agropyron junceum (L.) Beauv. ssp. mediterraneum Simonet et Guinochet sensu Pignatti), Elymus repens (L.) Gould. ssp. repens (=Agropyron repens (L.) P. Beauv.) (1). Tra le suddette specie, quelle legate ad ambienti costieri e quindi caratterizzate da alofilia e xerofilia, sono le più interessanti da un punto di vista ecologico - vegetazionale, in quanto adattate a situazioni di stress ambientale. E' per tale motivo che la prima specie oggetto di studio sarà la Elymus farctus ssp. farctus, specie alopsammofila che gioca un ruolo fondamentale nella edificazione dei cordoni dunali; successivamente saranno considerate Elymus athericus e Elymus elongatus ssp. elongatus, legate ai suoli subsalsi del litorale. La caratterizzazione fitosociologica ed ecologica delle popolazioni naturali, nonchè lo studio della variabilità genetica associata ai cambiamenti ambientali saranno gli strumenti alla base di tali indagini in grado di fornire, anche attraverso l'approccio proteomico, ulteriori preziose informazioni su tali specie. L'ampliamento di tali conoscenze consentirà una migliore gestione e tutela di habitat naturali da salvaguardare ed evidenzierà nuove fonti di variabilità genetica per geni utili al miglioramento genetico delle specie coltivate.

Studio integrato per la caratterizzazione di comunità vegetali alo-igrofile in alcuni siti costieri

Margiotta B;Colaprico G;Urbano M;Tomaselli V
2009

Abstract

Un approccio integrato per lo studio ed il monitoraggio di specie e comunità vegetali caratteristiche di un determinato habitat agevola l'elaborazione di nuove strategie per la valorizzazione e la tutela di un territorio. Raggiungere tali obiettivi è possibile, sebbene la scelta degli strumenti d'indagine sia difficile ed allo stesso tempo determinante per la conservazione di alcune specie vegetali spontanee poco conosciute, a volte neglette, ma pur sempre parte di un patrimonio genetico prezioso. L'antica conoscenza popolare a volte ha agevolato la scoperta di tali patrimoni, svelandone l'impiego per usi alimentari, rituali, manifatturieri ed infine anche terapeutici. L'individuazione di peculiarità caratterizzanti di tali entità vegetali diviene tanto più difficile quanto più esse appartengono a famiglie di specie ampiamente sfruttate dall'uomo per scopi alimentari e/o quanto più il territorio nel quale si sviluppano le fitocenosi di appartenenza si colloca ai margini di aree caratterizzate da situazioni ambientali estreme. Fra tali famiglie ricordiamo le Poaceae, a cui appartiene il genere Elymus, costituito da circa 200 specie di piante perenni e cespitose, allopoliploidi, distribuite prevalentemente in Nord-America ed Asia ma rilevate anche in Sud-America, Australia ed infine in Europa, dove la loro presenza è stata segnalata in più Nazioni compresa l'Italia. In Puglia, in particolare, sono state segnalate: Elymus athericus (Link) Kerguèlen (= Agropyron pungens (Pers.) R. et S.), Elymus caninus (L.) L. ssp. caninus (= Agropyron caninum (L.) Beauv.), Elymus elongatus (Host) Runemark ssp. elongatus (= Agropyron elongatum (Host) P. Beauv.), Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis ssp. farctus (= Agropyron junceum (L.) Beauv. ssp. mediterraneum Simonet et Guinochet sensu Pignatti), Elymus repens (L.) Gould. ssp. repens (=Agropyron repens (L.) P. Beauv.) (1). Tra le suddette specie, quelle legate ad ambienti costieri e quindi caratterizzate da alofilia e xerofilia, sono le più interessanti da un punto di vista ecologico - vegetazionale, in quanto adattate a situazioni di stress ambientale. E' per tale motivo che la prima specie oggetto di studio sarà la Elymus farctus ssp. farctus, specie alopsammofila che gioca un ruolo fondamentale nella edificazione dei cordoni dunali; successivamente saranno considerate Elymus athericus e Elymus elongatus ssp. elongatus, legate ai suoli subsalsi del litorale. La caratterizzazione fitosociologica ed ecologica delle popolazioni naturali, nonchè lo studio della variabilità genetica associata ai cambiamenti ambientali saranno gli strumenti alla base di tali indagini in grado di fornire, anche attraverso l'approccio proteomico, ulteriori preziose informazioni su tali specie. L'ampliamento di tali conoscenze consentirà una migliore gestione e tutela di habitat naturali da salvaguardare ed evidenzierà nuove fonti di variabilità genetica per geni utili al miglioramento genetico delle specie coltivate.
2009
Istituto di Bioscienze e Biorisorse
Agropyron
aree umide costiere
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/64125
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