I sottoprodotti derivati dalla trasformazione delle olive sono costituiti da acqua di vegetazione (refluo liquido) e da sansa vergine (refluo solido). Le sanse vergini, che fino al recente passato sono state prevalentemente destinate ai sansifici per l'estrazione mediante solventi chimici dell'olio, possono essere impiegate, come ammendante, in agricoltura. A causa dell'elevato contenuto in acqua delle sanse, l'estrazione dell'olio residuo diventa difficile e costosa, richiedendo un preliminare processo di essiccamento o l'uso di macchine centrifughe, tanto che i sansifici sempre più frequentemente rifiutano queste sanse. Negli ultimi anni il problema è andato aggravandosi anche a causa della riduzione dei consumi, e quindi del valore commerciale, dell'olio di sansa. Di conseguenza, mentre in passato la sansa costituiva una fonte di reddito per il frantoiano, cosa che non ha stimolato la ricerca di impieghi alternativi, attualmente sta diventando, al pari delle acque di vegetazione, un sottoprodotto da smaltire, e quindi un onere. Recentemente, sono state intensificate le ricerche per trovare soluzioni alternative, con particolare riferimento all'utilizzazione agronomica diretta delle sanse o alla produzione di composti attraverso un processo di trasformazione biologica aerobica. L'utilizzazione delle sanse come ammendante su terreni agrari sembra offrire ottime prospettive ma, ovviamente, è necessario valutare, in relazione alle caratteristiche del tipo di refluo, tutte le implicazioni sul piano colturale e sul terreno per ottimizzarne l'uso ed evitare rischi ambientali. Le sanse hanno un pH acido, un elevato contenuto in polifenoli e in sostanze grasse. L'obiettivo della ricerca è stato quello di indagare sull'uso della sansa unita al Biochar (carbone vegetale) come possibile ammendante in campo agricolo. Il Biochar o carbone vegetale si ottiene dalla pirolisi di biomasse vegetali, come i residui ed i sottoprodotti agricoli, contiene dall'80 al 90% in carbonio, ha una lunga permanenza nel suolo ed un pH basico. La sperimentazione è stata condotta in vaso, su loietto (Lollium perenne L.). L'apporto è stato in tutte le tesi di 30 t ha-1 per vaso . Dai primi risultati della sperimentazione risulta che la produzione di loietto è aumentata in tutte e due le tesi con sansa e biochar confrontando i risultati con il controllo e con le tesi solo con sansa.I primi risultati hanno dimostrato inoltre l'inclusione di sansa e biochar al terreno ha determinato un incremento del peso dell'apparato radicale, senza influire sostanzialmente sul numero e sulla lunghezza delle radici.

"Nuove metodologie di riutilizzo della sansa per applicazioni agricole

Baronti S;Albanese L;Di Lonardo S;Vaccari FP;Cantini C;Sani G;Giovannelli A;Bacci L;Miglietta F
2013

Abstract

I sottoprodotti derivati dalla trasformazione delle olive sono costituiti da acqua di vegetazione (refluo liquido) e da sansa vergine (refluo solido). Le sanse vergini, che fino al recente passato sono state prevalentemente destinate ai sansifici per l'estrazione mediante solventi chimici dell'olio, possono essere impiegate, come ammendante, in agricoltura. A causa dell'elevato contenuto in acqua delle sanse, l'estrazione dell'olio residuo diventa difficile e costosa, richiedendo un preliminare processo di essiccamento o l'uso di macchine centrifughe, tanto che i sansifici sempre più frequentemente rifiutano queste sanse. Negli ultimi anni il problema è andato aggravandosi anche a causa della riduzione dei consumi, e quindi del valore commerciale, dell'olio di sansa. Di conseguenza, mentre in passato la sansa costituiva una fonte di reddito per il frantoiano, cosa che non ha stimolato la ricerca di impieghi alternativi, attualmente sta diventando, al pari delle acque di vegetazione, un sottoprodotto da smaltire, e quindi un onere. Recentemente, sono state intensificate le ricerche per trovare soluzioni alternative, con particolare riferimento all'utilizzazione agronomica diretta delle sanse o alla produzione di composti attraverso un processo di trasformazione biologica aerobica. L'utilizzazione delle sanse come ammendante su terreni agrari sembra offrire ottime prospettive ma, ovviamente, è necessario valutare, in relazione alle caratteristiche del tipo di refluo, tutte le implicazioni sul piano colturale e sul terreno per ottimizzarne l'uso ed evitare rischi ambientali. Le sanse hanno un pH acido, un elevato contenuto in polifenoli e in sostanze grasse. L'obiettivo della ricerca è stato quello di indagare sull'uso della sansa unita al Biochar (carbone vegetale) come possibile ammendante in campo agricolo. Il Biochar o carbone vegetale si ottiene dalla pirolisi di biomasse vegetali, come i residui ed i sottoprodotti agricoli, contiene dall'80 al 90% in carbonio, ha una lunga permanenza nel suolo ed un pH basico. La sperimentazione è stata condotta in vaso, su loietto (Lollium perenne L.). L'apporto è stato in tutte le tesi di 30 t ha-1 per vaso . Dai primi risultati della sperimentazione risulta che la produzione di loietto è aumentata in tutte e due le tesi con sansa e biochar confrontando i risultati con il controllo e con le tesi solo con sansa.I primi risultati hanno dimostrato inoltre l'inclusione di sansa e biochar al terreno ha determinato un incremento del peso dell'apparato radicale, senza influire sostanzialmente sul numero e sulla lunghezza delle radici.
2013
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree - IVALSA - Sede Sesto Fiorentino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/275530
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