Nella seconda metà del secolo scorso sono state messe a punto diverse strategie per la conservazione delle risorse genetiche vegetali (RGV). L'approccio ex situ si basa sulla conservazione delle RGV in banche del germoplasma, quindi al di fuori dell'ambiente in cui esse si sono evolute. Questo tipo di conservazione definita statica garantisce la conservazione dei semi per periodi di tempo molto lunghi. La conservazione in situ invece è definita dinamica in quanto si basa sulla permanenza delle RGV nel loro habitat (parchi, oasi naturalistiche, ecc.) consentendo di fatto una ulteriore evoluzione in risposta alle variazione ambientali. La conservazione on farm è un tipo di conservazione in situ che riguarda le specie di interesse agrario. Questo approccio permette la prosecuzione dei processi evolutivi legati all'interazione genotipo-ambiente e dovrebbe assicurare il mantenimento del massimo range di diversità genetica. La conservazione on farm delle RGV avviene nelle aziende agricole e in questo contesto gli agricoltori assumono il fondamentale ruolo di "custodi" essendo demandato a loro il compito di perpetuare nel tempo la coltivazione degli agro-ecotipi negli ambienti in cui sono stati selezionati seguendo le agrotecniche tradizionali. Queste tre strategie non vanno però considerate come alternative, ma applicate in maniera integrata permettono il superamento dei limiti di ciascuna. L'importanza di salvaguardare gli agro-ecotipi risiede nel fatto che essi sono spesso fonte di resistenza a stress biotici ed abiotici, hanno un elevato adattamento agli ambienti marginali in cui sono in grado di competere con le moderne varietà e non di rado hanno anche buone caratteristiche nutrizionali. Inoltre rivestono un ruolo importante nell'ambito del patrimonio culturale e paesaggistico di un determinato areale. Diversi studi hanno evidenziato la persistenza nelle aree interne della Basilicata di numerosi agro-ecotipi autoctoni. Tale fenomeno è particolarmente accentuato nelle aree marginali, dove piccole aziende isolate continuano ad utilizzare metodi di coltivazione tradizionali (Montesano et al., 2012). L'accresciuta sensibilità sia degli operatori del settore che dei consumatori verso l'importanza della salvaguardia delle risorse genetiche vegetali ha portato a varie forme di tutela delle RGV regionali, come ad esempio l'attribuzione di marchi di tutela (DOP, IGP), la creazione di Consorzi di tutela e di presidi di Slow Food. La sopravvivenza on-farm è sostenuta dall'attribuzione del marchio di tutela comunitario IGP per i fagioli di Sarconi, i fagioli di Rotonda, la melanzana di Rotonda, il peperone di Senise. Da oltre un decennio l'IGV ha partecipato a numerosi progetti volti ad acquisire informazioni sulle caratteristiche agronomiche, genetiche e nutrizionali del materiale coltivato dagli agricoltori lucani allo scopo di dare indicazioni utili alla corretta salvaguardia di ciascun agro-ecotipo (Lioi et al., 2005). Attualmente l'IGV è coinvolto con altri partner nell'attuazione della Misura 124 HC del PSR Basilicata 2007-2013, progetto VAL.BIO.LUC, finalizzato alla "Tutela della biodiversità di leguminose tradizionali degli ambienti lucani". Bibliografia Lioi L., Piergiovanni A.R., Pignone D., Puglisi S., Santantonio M., Sonnante G. (2005), "Genetic diversity of some surviving on-farm Italian common bean (Phaseolus vulgaris L.) landraces. Plant Breeding 124: 576-581 Montesano V., Negro D., Sarli G., Logozzo G., Spagoletti Zeuli P. (2012), "Landraces in inland areas of the Basilicata region, Italy: monitoring and perspectives for on farm conservation", Genet. Resour. Crop Evol. 59: 701-716

La conservazione on farm in Basilicata, un'opportunità per la salvaguardia delle risorse genetiche vegetali

LIOI L;SARLI G;MONTESANO V;PIERGIOVANNI AR
2013

Abstract

Nella seconda metà del secolo scorso sono state messe a punto diverse strategie per la conservazione delle risorse genetiche vegetali (RGV). L'approccio ex situ si basa sulla conservazione delle RGV in banche del germoplasma, quindi al di fuori dell'ambiente in cui esse si sono evolute. Questo tipo di conservazione definita statica garantisce la conservazione dei semi per periodi di tempo molto lunghi. La conservazione in situ invece è definita dinamica in quanto si basa sulla permanenza delle RGV nel loro habitat (parchi, oasi naturalistiche, ecc.) consentendo di fatto una ulteriore evoluzione in risposta alle variazione ambientali. La conservazione on farm è un tipo di conservazione in situ che riguarda le specie di interesse agrario. Questo approccio permette la prosecuzione dei processi evolutivi legati all'interazione genotipo-ambiente e dovrebbe assicurare il mantenimento del massimo range di diversità genetica. La conservazione on farm delle RGV avviene nelle aziende agricole e in questo contesto gli agricoltori assumono il fondamentale ruolo di "custodi" essendo demandato a loro il compito di perpetuare nel tempo la coltivazione degli agro-ecotipi negli ambienti in cui sono stati selezionati seguendo le agrotecniche tradizionali. Queste tre strategie non vanno però considerate come alternative, ma applicate in maniera integrata permettono il superamento dei limiti di ciascuna. L'importanza di salvaguardare gli agro-ecotipi risiede nel fatto che essi sono spesso fonte di resistenza a stress biotici ed abiotici, hanno un elevato adattamento agli ambienti marginali in cui sono in grado di competere con le moderne varietà e non di rado hanno anche buone caratteristiche nutrizionali. Inoltre rivestono un ruolo importante nell'ambito del patrimonio culturale e paesaggistico di un determinato areale. Diversi studi hanno evidenziato la persistenza nelle aree interne della Basilicata di numerosi agro-ecotipi autoctoni. Tale fenomeno è particolarmente accentuato nelle aree marginali, dove piccole aziende isolate continuano ad utilizzare metodi di coltivazione tradizionali (Montesano et al., 2012). L'accresciuta sensibilità sia degli operatori del settore che dei consumatori verso l'importanza della salvaguardia delle risorse genetiche vegetali ha portato a varie forme di tutela delle RGV regionali, come ad esempio l'attribuzione di marchi di tutela (DOP, IGP), la creazione di Consorzi di tutela e di presidi di Slow Food. La sopravvivenza on-farm è sostenuta dall'attribuzione del marchio di tutela comunitario IGP per i fagioli di Sarconi, i fagioli di Rotonda, la melanzana di Rotonda, il peperone di Senise. Da oltre un decennio l'IGV ha partecipato a numerosi progetti volti ad acquisire informazioni sulle caratteristiche agronomiche, genetiche e nutrizionali del materiale coltivato dagli agricoltori lucani allo scopo di dare indicazioni utili alla corretta salvaguardia di ciascun agro-ecotipo (Lioi et al., 2005). Attualmente l'IGV è coinvolto con altri partner nell'attuazione della Misura 124 HC del PSR Basilicata 2007-2013, progetto VAL.BIO.LUC, finalizzato alla "Tutela della biodiversità di leguminose tradizionali degli ambienti lucani". Bibliografia Lioi L., Piergiovanni A.R., Pignone D., Puglisi S., Santantonio M., Sonnante G. (2005), "Genetic diversity of some surviving on-farm Italian common bean (Phaseolus vulgaris L.) landraces. Plant Breeding 124: 576-581 Montesano V., Negro D., Sarli G., Logozzo G., Spagoletti Zeuli P. (2012), "Landraces in inland areas of the Basilicata region, Italy: monitoring and perspectives for on farm conservation", Genet. Resour. Crop Evol. 59: 701-716
2013
Istituto di Bioscienze e Biorisorse
978-88-8286-294-7
germoplasma
risorse genetiche
conservazione
biodiversità
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/303380
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact