Il pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) rappresenta per l'orticoltura italiana una tra le specie più diffuse per superficie investite e produzione. La sua importanza socio-economica stimola l'attenzione della ricerca, rivolta a trovare soluzioni alle problematiche legate alla gestione fitosanitaria e alla produzione in termini qualitativi e commerciali. La specie dispone di un ampio panorama varietale che trova la sua rappresentazione nella serricoltura mediterranea, mentre la coltivazione in pien'aria presenta ancora ampi margini di rinnovamento. Le modeste resistenze ai parassiti tellurici di cui sono dotate alcune possibili nuove tipologie e/o ecotipi locali costituiscono ostacoli alla loro diffusione nonostante trovino spesso il consenso dei consumatori in virtù delle pregiate caratteristiche organolettiche scoraggiando, inoltre, la coltivazione in biologico. Pertanto l'individuazione di portinnesti per superare tali ostacoli rappresenta una strategia agronomica utile per la diffusione di nuovi ecotipi e l'ampiamento dell'offerta produttiva. A tal fine, sono state valutate le prestazioni agronomiche e qualitative di due cultivar di pomodoro da mensa 'Belmonte Calabrese Rosa' (Italia Agricoltura) e 'Marmande' (R. La Rosa), caratterizzate da bacche di grossa pezzatura innestate su tre portinnesti 'Securforce F1' (Agrisem sementi), 'Unifort F1' (De Ruiter sementi) ed 'Interpro F1' (Vilmorin sementi) e coltivate in pien'aria (1,25 piante m-2) in biologico. 'Securforce F1' è stato valutato anche su due cultivar distinte per tipologie e colorazioni delle bacche: 'Green Tiger' (ciliegino ovale allungato con bacche di lunghezza fino a 5 cm e 30 g di peso, giallo dorato a strisce verdi e polpa giallo verdastra) e 'Teton De Venus' (mini plum di lunghezza 7-8 cm e 50-60 g di peso a frutti gialli ovali) e su tre accessioni della collezione di germoplasma del Di3A UniCt denominate 'TE 1731' -'TE 1936' - 'TE 1945, appartenenti alla tipologia tondo liscio di pezzatura media con peso compreso tra i 50-70 g e colorazione delle bacche dal verde al viola durante la maturazione, diventando quasi quasi nere a fine ciclo grazie all'elevato contenuto in antociani. Tutti i materiali genetici allo studio hanno evidenziato interazioni positive delle rese per effetto dell'innesto. L'impiego di 'Unifort F1' ha raddoppiato le rese di Belmonte (203 q/ha) e Marmande (254 q/ha), apparso in generale il più produttivo. Le cultivar a frutti piccoli hanno evidenziato rese prossime ai 200 q/ha. Tra i parametri qualitativi delle bacche (colore, dimensioni, numero di logge, contenuto in sostanza secca e solidi solubili) non sono state registrate influenze significative per effetto dell'innesto, 'Green Tiger' ha fatto registrate il più elevato contenuto in solidi solubili (8,5 °Bx).

"Valutazione di nuove cultivar per l'innovazione del pomodoro in regime biologico"

Argento S;Melilli MG;
2021

Abstract

Il pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) rappresenta per l'orticoltura italiana una tra le specie più diffuse per superficie investite e produzione. La sua importanza socio-economica stimola l'attenzione della ricerca, rivolta a trovare soluzioni alle problematiche legate alla gestione fitosanitaria e alla produzione in termini qualitativi e commerciali. La specie dispone di un ampio panorama varietale che trova la sua rappresentazione nella serricoltura mediterranea, mentre la coltivazione in pien'aria presenta ancora ampi margini di rinnovamento. Le modeste resistenze ai parassiti tellurici di cui sono dotate alcune possibili nuove tipologie e/o ecotipi locali costituiscono ostacoli alla loro diffusione nonostante trovino spesso il consenso dei consumatori in virtù delle pregiate caratteristiche organolettiche scoraggiando, inoltre, la coltivazione in biologico. Pertanto l'individuazione di portinnesti per superare tali ostacoli rappresenta una strategia agronomica utile per la diffusione di nuovi ecotipi e l'ampiamento dell'offerta produttiva. A tal fine, sono state valutate le prestazioni agronomiche e qualitative di due cultivar di pomodoro da mensa 'Belmonte Calabrese Rosa' (Italia Agricoltura) e 'Marmande' (R. La Rosa), caratterizzate da bacche di grossa pezzatura innestate su tre portinnesti 'Securforce F1' (Agrisem sementi), 'Unifort F1' (De Ruiter sementi) ed 'Interpro F1' (Vilmorin sementi) e coltivate in pien'aria (1,25 piante m-2) in biologico. 'Securforce F1' è stato valutato anche su due cultivar distinte per tipologie e colorazioni delle bacche: 'Green Tiger' (ciliegino ovale allungato con bacche di lunghezza fino a 5 cm e 30 g di peso, giallo dorato a strisce verdi e polpa giallo verdastra) e 'Teton De Venus' (mini plum di lunghezza 7-8 cm e 50-60 g di peso a frutti gialli ovali) e su tre accessioni della collezione di germoplasma del Di3A UniCt denominate 'TE 1731' -'TE 1936' - 'TE 1945, appartenenti alla tipologia tondo liscio di pezzatura media con peso compreso tra i 50-70 g e colorazione delle bacche dal verde al viola durante la maturazione, diventando quasi quasi nere a fine ciclo grazie all'elevato contenuto in antociani. Tutti i materiali genetici allo studio hanno evidenziato interazioni positive delle rese per effetto dell'innesto. L'impiego di 'Unifort F1' ha raddoppiato le rese di Belmonte (203 q/ha) e Marmande (254 q/ha), apparso in generale il più produttivo. Le cultivar a frutti piccoli hanno evidenziato rese prossime ai 200 q/ha. Tra i parametri qualitativi delle bacche (colore, dimensioni, numero di logge, contenuto in sostanza secca e solidi solubili) non sono state registrate influenze significative per effetto dell'innesto, 'Green Tiger' ha fatto registrate il più elevato contenuto in solidi solubili (8,5 °Bx).
2021
Istituto per la BioEconomia - IBE
978-88-32054-07-1
innesto
resa
qualità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/402707
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