La progressiva diffusione di Internet ha dato, a chiunque disponesse di una connessione, la possibilità di accedere rapidamente a un'enorme quantità di informazioni e di comunicare in modo diverso, avviando una vera e propria rivoluzione culturale in ogni ambito. Nell'ambito educativo si è manifestata subito l'esigenza di poter disporre di strumenti utili a trovare e selezionare le informazioni rispondenti ai propri bisogni. Il mondo della ricerca, in risposta a questa esigenza, ha sviluppato servizi di catalogazione delle risorse didattiche per favorire l'orientamento e la scelta, realizzando banche dati basate su un approccio informativo, obiettivo e neutro. Nell'era del web 2.0, caratterizzata dalla nascita dei social network avviene un cambiamento importante nell'uso del web, in quanto gli utenti oltre al semplice ruolo di fruitori, possono assumere quello di fornitori di informazioni che rispecchiano le proprie opinioni. In questo nuovo tipo di web si consulta anche la parte "social" della rete. Questa modalità influenza anche il settore educativo, dove insegnanti e genitori oltre a consultare banche dati e servizi di documentazione, che rimangono comunque riferimenti ufficiali e validati, si affidano anche all'esperienza altrui. Non si cerca più solo informazioni neutre su servizi e prodotti (ad es. specifiche tecniche e descrizioni obiettive) ma ci si confronta anche con le opinioni (positive, negative, aneddoti) espresse da altri con le stesse esigenze per poi effettuare una propria scelta. Anche l'insegnante può decidere di provare ad usare in classe una risorsa didattica, sulla base delle opinioni espresse da colleghi che l'hanno già sperimentata con successo. Questo tipo di informazione condivisa è ancor più importante quando non è sufficiente adottare criteri di scelta standard delle risorse (età, disciplina, obiettivi didattici...) e diventa fondamentale reperire anche informazioni su usabilità e accessibilità delle risorse digitali, informazioni spesso non presenti o non sufficientemente dettagliate nelle banche dati e che talvolta si possono riscontrare solo tramite l'esperienza sul campo. Questo flusso informale non controllato di informazioni spontanee ed eterogenee apre un nuovo scenario in cui, grazie ad un rapporto più facile e diretto con gli end-users, il mondo della Ricerca, in particolare nel campo educational, può porsi come mediatore e concentrarsi su progetti finalizzati allo sviluppo di una conoscenza condivisa all'interno o in affiancamento ad autorevoli servizi di documentazione. Il progetto SHAREHAB "Share rehabilitation resources" (http://www.sharehab.it), uno dei progetti innovativi selezionati nel bando nazionale "Digital for Social 2015" di Fondazione Vodafone Italia, è un esempio di come si possa tener conto di questa nuova modalità informativa, che sistematizza le informazioni spontanee creando conoscenza condivisa. Basandosi sull'esperienza decennale del Servizio di Documentazione sul Software Didattico e altre risorse digitali per l'apprendimento dell'Istituto Tecnologie Didattiche del CNR (http://sd2.itd.cnr.it), e sulla scorta dell'esperienza collaudata nel Centro di Riabilitazione Visiva dell'Età Evolutiva dell'Istituto Chiossone (http://www.chiossone.it), il progetto ha avuto l'obiettivo di individuare app accessibili e utilizzabili da bambini ipovedenti (0-10 anni di età) e di creare un sistema per conoscenza condivisa dedicato a docenti, genitori, terapisti e ricercatori. Il progetto si è articolato in fasi di ricerca e di sperimentazione, secondo i seguenti step: -lo studio e la definizione delle caratteristiche (grafiche e d'uso) delle app compatibili con l'ipovisione (ad esempio, sfondo neutro, che non disturbi la visione delle figure e dei testi in primo piano, disegni semplici, con pochi dettagli e contorni spessi, ...) -la realizzazione di uno strumento per l'analisi e la categorizzazione delle app -la validazione dei criteri sul campo con gli end users -l'analisi delle app e la selezione di quelle rispondenti ai criteri -la progettazione e la realizzazione dell'ambiente per lo sharing di informazioni ed opinioni (piattaforma e database). Il risultato del progetto è una piattaforma dedicata alla condivisione di informazioni ed esperienze relative alle risorse digitali accessibili ed utilizzabili da bambini ipovedenti, sia in contesti educativi che riabilitativi. Il modello realizzato che si basa su una sintesi tra il "vecchio e il nuovo" modo di fare informazione, per creare conoscenza condivisa, può essere trasferibile ad altri contesti focalizzati su altre disabilità. E' intenzione del gruppo di ricerca ITD & Chiossone proseguire in questa direzione.

Creare conoscenza condivisa sulle app usabili dai bambini ipovedenti: l'esperienza di Sharehab

Caruso GP;Ferlino L;Panesi S
2017

Abstract

La progressiva diffusione di Internet ha dato, a chiunque disponesse di una connessione, la possibilità di accedere rapidamente a un'enorme quantità di informazioni e di comunicare in modo diverso, avviando una vera e propria rivoluzione culturale in ogni ambito. Nell'ambito educativo si è manifestata subito l'esigenza di poter disporre di strumenti utili a trovare e selezionare le informazioni rispondenti ai propri bisogni. Il mondo della ricerca, in risposta a questa esigenza, ha sviluppato servizi di catalogazione delle risorse didattiche per favorire l'orientamento e la scelta, realizzando banche dati basate su un approccio informativo, obiettivo e neutro. Nell'era del web 2.0, caratterizzata dalla nascita dei social network avviene un cambiamento importante nell'uso del web, in quanto gli utenti oltre al semplice ruolo di fruitori, possono assumere quello di fornitori di informazioni che rispecchiano le proprie opinioni. In questo nuovo tipo di web si consulta anche la parte "social" della rete. Questa modalità influenza anche il settore educativo, dove insegnanti e genitori oltre a consultare banche dati e servizi di documentazione, che rimangono comunque riferimenti ufficiali e validati, si affidano anche all'esperienza altrui. Non si cerca più solo informazioni neutre su servizi e prodotti (ad es. specifiche tecniche e descrizioni obiettive) ma ci si confronta anche con le opinioni (positive, negative, aneddoti) espresse da altri con le stesse esigenze per poi effettuare una propria scelta. Anche l'insegnante può decidere di provare ad usare in classe una risorsa didattica, sulla base delle opinioni espresse da colleghi che l'hanno già sperimentata con successo. Questo tipo di informazione condivisa è ancor più importante quando non è sufficiente adottare criteri di scelta standard delle risorse (età, disciplina, obiettivi didattici...) e diventa fondamentale reperire anche informazioni su usabilità e accessibilità delle risorse digitali, informazioni spesso non presenti o non sufficientemente dettagliate nelle banche dati e che talvolta si possono riscontrare solo tramite l'esperienza sul campo. Questo flusso informale non controllato di informazioni spontanee ed eterogenee apre un nuovo scenario in cui, grazie ad un rapporto più facile e diretto con gli end-users, il mondo della Ricerca, in particolare nel campo educational, può porsi come mediatore e concentrarsi su progetti finalizzati allo sviluppo di una conoscenza condivisa all'interno o in affiancamento ad autorevoli servizi di documentazione. Il progetto SHAREHAB "Share rehabilitation resources" (http://www.sharehab.it), uno dei progetti innovativi selezionati nel bando nazionale "Digital for Social 2015" di Fondazione Vodafone Italia, è un esempio di come si possa tener conto di questa nuova modalità informativa, che sistematizza le informazioni spontanee creando conoscenza condivisa. Basandosi sull'esperienza decennale del Servizio di Documentazione sul Software Didattico e altre risorse digitali per l'apprendimento dell'Istituto Tecnologie Didattiche del CNR (http://sd2.itd.cnr.it), e sulla scorta dell'esperienza collaudata nel Centro di Riabilitazione Visiva dell'Età Evolutiva dell'Istituto Chiossone (http://www.chiossone.it), il progetto ha avuto l'obiettivo di individuare app accessibili e utilizzabili da bambini ipovedenti (0-10 anni di età) e di creare un sistema per conoscenza condivisa dedicato a docenti, genitori, terapisti e ricercatori. Il progetto si è articolato in fasi di ricerca e di sperimentazione, secondo i seguenti step: -lo studio e la definizione delle caratteristiche (grafiche e d'uso) delle app compatibili con l'ipovisione (ad esempio, sfondo neutro, che non disturbi la visione delle figure e dei testi in primo piano, disegni semplici, con pochi dettagli e contorni spessi, ...) -la realizzazione di uno strumento per l'analisi e la categorizzazione delle app -la validazione dei criteri sul campo con gli end users -l'analisi delle app e la selezione di quelle rispondenti ai criteri -la progettazione e la realizzazione dell'ambiente per lo sharing di informazioni ed opinioni (piattaforma e database). Il risultato del progetto è una piattaforma dedicata alla condivisione di informazioni ed esperienze relative alle risorse digitali accessibili ed utilizzabili da bambini ipovedenti, sia in contesti educativi che riabilitativi. Il modello realizzato che si basa su una sintesi tra il "vecchio e il nuovo" modo di fare informazione, per creare conoscenza condivisa, può essere trasferibile ad altri contesti focalizzati su altre disabilità. E' intenzione del gruppo di ricerca ITD & Chiossone proseguire in questa direzione.
2017
Istituto per le Tecnologie Didattiche - ITD - Sede Genova
conoscenza condivisa
disabilità della vista
app
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/338488
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