La scuola rappresenta un luogo naturale di crescita, non solo per la quantità di conoscenze che essa riesce a veicolare, ma anche perché è un luogo sociale in cui i bambini e i ragazzi acquisiscono regole, norme, fiducia in se stessi e imparano a gestire conflitti, nonché a cooperare. Ci sono studenti che, loro malgrado, non possono frequentare la scuola, temporaneamente o in modo permanente, per problemi psico-fisici (disturbi della sfera emotiva, disabilità fisico-motorie) o di salute (lungodegenze o degenze cicliche dovute a particolari protocolli terapeutici). Non tutti loro, però, rientrano nelle casistiche previste dalla normativa ministeriale dell'Istruzione Domiciliare (ID), e non sempre il supporto in presenza offerto a questi studenti e alle loro famiglie consente una reale ed efficace inclusione socio-educativa. L'evoluzione degli strumenti digitali può sicuramente offrire un aiuto significativo in queste situazioni, in quanto le tecnologie di rete, compresi i dispositivi mobili "always-on" e le piattaforme cloud, consentono la strutturazione di ambienti di apprendimento che travalicano i confini di spaziali e di temporali, realizzando vere e proprie "classi ibride", che si sviluppano cioè contemporaneamente nella dimensione spazio e tempo. L'idea della "classe ibrida" è stata sviluppata e sperimentata per la prima volta nel contesto del progetto TRIS (Tecnologie di Rete e Inclusione Socio-educativa) che si è posto come obiettivo lo studio e la sperimentazione di approcci didattico-metodologici e di setting tecnologici finalizzati all'inclusione socio-educativa di studenti non frequentanti. Nel presente contributo, verrà presentato il caso della scuola San Giovanni Bosco di Volla (NA), nella quale una studentessa confinata presso la propria abitazione perché affetta da Multiple Chemical Sensitivity ha potuto frequentare le lezioni unicamente attraverso l'utilizzo delle tecnologie di rete.

Classi ibride per promuovere relazioni e apprendimenti

Vincenza Benigno;Ottavia Epifania;Chiara Fante;Fabrizio Ravicchio;Guglielmo Trentin
2017

Abstract

La scuola rappresenta un luogo naturale di crescita, non solo per la quantità di conoscenze che essa riesce a veicolare, ma anche perché è un luogo sociale in cui i bambini e i ragazzi acquisiscono regole, norme, fiducia in se stessi e imparano a gestire conflitti, nonché a cooperare. Ci sono studenti che, loro malgrado, non possono frequentare la scuola, temporaneamente o in modo permanente, per problemi psico-fisici (disturbi della sfera emotiva, disabilità fisico-motorie) o di salute (lungodegenze o degenze cicliche dovute a particolari protocolli terapeutici). Non tutti loro, però, rientrano nelle casistiche previste dalla normativa ministeriale dell'Istruzione Domiciliare (ID), e non sempre il supporto in presenza offerto a questi studenti e alle loro famiglie consente una reale ed efficace inclusione socio-educativa. L'evoluzione degli strumenti digitali può sicuramente offrire un aiuto significativo in queste situazioni, in quanto le tecnologie di rete, compresi i dispositivi mobili "always-on" e le piattaforme cloud, consentono la strutturazione di ambienti di apprendimento che travalicano i confini di spaziali e di temporali, realizzando vere e proprie "classi ibride", che si sviluppano cioè contemporaneamente nella dimensione spazio e tempo. L'idea della "classe ibrida" è stata sviluppata e sperimentata per la prima volta nel contesto del progetto TRIS (Tecnologie di Rete e Inclusione Socio-educativa) che si è posto come obiettivo lo studio e la sperimentazione di approcci didattico-metodologici e di setting tecnologici finalizzati all'inclusione socio-educativa di studenti non frequentanti. Nel presente contributo, verrà presentato il caso della scuola San Giovanni Bosco di Volla (NA), nella quale una studentessa confinata presso la propria abitazione perché affetta da Multiple Chemical Sensitivity ha potuto frequentare le lezioni unicamente attraverso l'utilizzo delle tecnologie di rete.
2017
Istituto per le Tecnologie Didattiche - ITD - Sede Genova
collaborative learning
educational technologies
inclusion
mobile learning
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/371697
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