L’Italia è storicamente il principale produttore di carciofo a livello mondiale. Pur se la sua coltivazione sul territorio nazionale è diffusa, è in Puglia che essa è particolarmente concentrata. I capolini, oltre al consumo fresco, vengono destinati all’industria per la loro trasformazione ed è stato stimato che gli scarti della lavorazione costituiscono ca. l’85% del peso fresco. In questo studio uno sfarinato ottenuto dalle brattee esterne di carciofo cv Romanesco è stato caratterizzato per il contenuto in polifenoli e inulina, ed è stato impiegato per la realizzazione di pasta arricchita in composti ad alto valore nutrizionale. La pasta è stata preparata mescolando semola rimacinata di grano duro e acqua utilizzando un’impastatrice corredata di accessori per la produzione di fettuccine. È stato così prodotto un impasto con 44% di umidità (U%). L’impasto sperimentale è stato ottenuto sostituendo il 10% di semola con farina di carciofo (FC). La pasta è stata essiccata a 40°C per 16 ore. I prodotti sperimentale (FC) e di controllo (CTR) sono stati sottoposti ad analisi tecnologiche (tempo ottimale di cottura, cooking loss e acqua assorbita in cottura), chimiche e sensoriali. È stata anche determinata la stabilità digestiva e la bioaccessibilità delle componenti fenoliche. In particolare, nella pasta sono state identificate l’apigenina, la luteolina e la quercetina e le forme glicosilate che risultavano anche altamente bioaccessibili. I risultati hanno dimostrato la possibilità di impiegare le brattee esterne per la produzione di pasta ad un alto contenuto di composti bioattivi, valutata anche positivamente per le caratteristiche organolettiche.
SCARTI DELLA LAVORAZIONE DEI CARCIOFI PER LA REALIZZAZIONE DI PASTA ARRICCHITA IN POLIFENOLI
Palmira De Bellis
;Anna Rita Bavaro;Vito Linsalata;Marta Cianciabella;Chiara Medoro;Angela Cardinali
2024
Abstract
L’Italia è storicamente il principale produttore di carciofo a livello mondiale. Pur se la sua coltivazione sul territorio nazionale è diffusa, è in Puglia che essa è particolarmente concentrata. I capolini, oltre al consumo fresco, vengono destinati all’industria per la loro trasformazione ed è stato stimato che gli scarti della lavorazione costituiscono ca. l’85% del peso fresco. In questo studio uno sfarinato ottenuto dalle brattee esterne di carciofo cv Romanesco è stato caratterizzato per il contenuto in polifenoli e inulina, ed è stato impiegato per la realizzazione di pasta arricchita in composti ad alto valore nutrizionale. La pasta è stata preparata mescolando semola rimacinata di grano duro e acqua utilizzando un’impastatrice corredata di accessori per la produzione di fettuccine. È stato così prodotto un impasto con 44% di umidità (U%). L’impasto sperimentale è stato ottenuto sostituendo il 10% di semola con farina di carciofo (FC). La pasta è stata essiccata a 40°C per 16 ore. I prodotti sperimentale (FC) e di controllo (CTR) sono stati sottoposti ad analisi tecnologiche (tempo ottimale di cottura, cooking loss e acqua assorbita in cottura), chimiche e sensoriali. È stata anche determinata la stabilità digestiva e la bioaccessibilità delle componenti fenoliche. In particolare, nella pasta sono state identificate l’apigenina, la luteolina e la quercetina e le forme glicosilate che risultavano anche altamente bioaccessibili. I risultati hanno dimostrato la possibilità di impiegare le brattee esterne per la produzione di pasta ad un alto contenuto di composti bioattivi, valutata anche positivamente per le caratteristiche organolettiche.File | Dimensione | Formato | |
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